Mons. Bassano Cremonesini nacque il 27 aprile 1842 nel piccolo comune di S. Andrea, nel lodigiano.
Studiò all'università Gregoriana di Roma e divenne Abate di Pontevico nel 1880.
Oltre alla "Casa di Ricovero" fu promotore di svariate opere ancora oggi di vitale importanza per il paese.
Morì il 29 dicembre 1917.
Mons. Bassano Cremonesini non nacque bresciano, anche se può essere considerato tale per adozione essendo venuto ad abitare a Brescia in tenera età.
Suo luogo di nascita, il 27 aprile 1842, fu il piccolo comune di S. Andrea, nel lodigiano, dove i suoi genitori esercitavano la professione di riscossori di finanza.
In seminario diocesano ebbe modo di distinguersi per la vivacità dell'ingegno e la naturale inclinazione per gli studi.
Per questo venne inviato per la prosecuzione degli studi teologici all'università Gregoriana di Roma. Dopo quattro anni conseguì la laurea in teologia e venne ordinato sacerdote per le mani del Cardinale Costantino Patrizi, vicario generale di Sua Santità.
Rientrato a Brescia, il Vescovo lo inviò curato a Travagliato, dove rimase cinque anni, distinguendosi per generosità e coraggio nell'assistenza ai colerosi del 1862. Per questo motivo gli venne concessa dal Ministero dell'Interno "a testimonianza di ammirazione e gratitudine" la medaglia di bronzo per i benemeriti della pubblica salute (Firenze 03 maggio 1869).
Nel 1871 divenne Arciprete di Leno, parrocchia che resse con unanime soddisfazione per circa otto anni.
Nel 1879 si rese vacante per la morte del rev. mo Abate Mons. Carlo Angelini, la parrocchia di Pontevico che il Cremonesini conosceva benissimo per la sua lunghissima famigliarità con l'Abate, fin dal tempo del seminario, quando trascorreva le vacanze estive con lui nella canonica pontevichese.
A Pontevico fece il suo ingresso solenne la domenica del 7 febbraio del 1880 e resse con grandissima capacità e da vero maestro della fede la vasta parrocchia per 37 anni operosi e fecondi.
Si accattivò subito l'affetto delle categorie più povere e disagiate, per le quali non esitò a scontrarsi di continuo con una cricca di signorotti che dominavano incontrastati in tutte le realtà politiche e sociali della borgata. Fu osteggiato da essi in maniera vergognosa, ma il Cremonesini non era tipo da tirarsi indietro davanti alle difficoltà; ed ebbe grande capacità di perdono.
Le realizzazioni del suo parrocchiato furono innumerevoli:
Morì il 29 dicembre 1917.
Nel quindicesimo anniversario della morte, la sua salma venne trasferita in una splendida cripta all'interno dell'Istituto, a fianco della chiesa.
L'opera di decorazione e di affresco venne eseguita, in uno stile di sapore trecentesco, dal pittore bresciano Vittorio Trainini che la rese un vero gioiello d'arte. La parte più interna della cripta è occupata dal sarcofago formato da un blocco di marmo rosso di Verona. È solenne nella sua semplicità: nessun fregio, né ornamento, se non una croce sobriamente lavorata con perle preziose e l'iscrizione in oro "A Monsignor BASSANO CREMONESINI Abate". Sul sarcofago lo scultore Claudio Botta ha richiamato l'immagine del Fondatore, vestito degli abiti prelatizi, come dolcemente addormentato.